
-Chiedi alla polvere (Ask the Dust, 1939), tr. Maria Giulia Castagnone, Einaudi, 2004.
"Con una cura maniacale, le mani dell'artigiano sgrossano il reale e gli danno la solidità, la coerenza, la maneggevolezza di qualcosa che la gente può impugnare, e usare, e passarsi di mano in mano. Poco altro potrebbe definire più esattamente il compito di chi scrive storie", Alessandro Baricco, Introduzione, p. 5.
"Los Angeles, dammi qualcosa di te! Los Angeles, vienimi incontro come vengo incontro io, i miei piedi sulle tue strade, tu, bella città che ho amato tanto, triste fiore nella nebbia", p. 31.
"I giorni grami, cieli azzurri senza mai una nuvola, un mare di azzurro giorno dopo giorno, e il sole che lo solca. I giorni dell'abbondanza, abbondanza di preoccupazioni, abbondanza di arance. Le mangiavo a letto, le mangiavo a pranzo, mi costringevo a mangiarle a cena... ... che tristezza, laggiù nel mio stomaco. Vi si faceva un gran gemere e piccole nubi di gas salivano a pizzicarmi il cuore", p. 49.
"...vecchi che uscivano traballando dalle porte e che si trascinavano lungo le strade buie...che avevano venduto la casa e il negozio per arrivare, in treno o in automobile, fin qui, nella terra del sole, con appena quanto bastava a sopravvivere finché il sole non li avesse uccisi...E poi, una volta arrivati, avevano scoperto che ben altri ladri si erano già impadroniti della terra", pp. 69-70.
"Sotto di noi ruggiva l'oceano. Dei banchi di nebbia si muovevano dal mare verso terra, come un esercito di fantasmi striscianti sul ventre. Le ondate aggredivano la riva coni loro pugni bianchi, si ritraevano e attaccavano di nuovo. Ogni volta che un'onda si ritraeva, sembrava che la costa si allargasse in un sorriso", p. 93.
"Accogli il mio desiderio nei tuoi occhi inquieti e nutri con esso le rondini che volano nei campi d'autunno, perché ti amo, Camilla, e il tuo nome è sacro come quello della principessa che morì per un amore non corrisposto", p. 166.
"Sulla città si stendeva una coltre biancastra simile a nebbia. Ma non era nebbia: era il calore del deserto, erano le grandi folate provenienti dal deserto del Mojave e dal Santa Ana, le pallide dita bianche delle terre desolate, dove si protendevano per ghermire i loro figli prigionieri", p. 189.
"Guardai le facce della gente intorno a me, e sentii che la mia era uguale alle altre. Facce senza sangue, facce tirate, preoccupate, smarrite. Facce sbiadite come fiori strappati alla radice e ficcati in un vaso. Dovevo andarmene da quella città", pp. 198-199.