-La Valle dell'Eden: la capacità di scelta come segno di appartenenza all'umanità.

È tra le pagine di "La Valle dell'Eden", comunque, che il confronto tra colpa e redenzione è particolarmente sviscerato e sofferto. Lo è in misura palese così come è più che evidente il costante riferimento biblico (oltre ai "cattivi" che hanno il nome che inizia per C e i "buoni" per A, è significativa la cicatrice che marchia la fronte di Cathy e di Charles, proprio come Caino fu segnato da Dio per distinguerlo e proteggerlo), che fa da sfondo all'intera vicenda, caratterizzata da una radicata presenza del Male che si manifesta attraverso inganni, violenza fisica, odio, rifiuto. Una presenza tanto forte da apparire l'unica origine, e la sola destinazione possibile, dell'agire umano.

Eppure, a tratti, il Bene si fa sentire e lo fa altrettanto fortemente.

Il Bene, ad esempio, è in Adam- il cui rifiuto del dono di Cal non nasce dalla mancanza di amore ma di un elevato rigore morale- e nell'altro suo figlio Aron (che partirà per la guerra per purificarsi di una colpa che non ha, ossia avere una madre prostituta). Così come il Bene alberga, generando forme di ingenuo entusiasmo oltre che di proficua creatività, in Samuel Hamilton. Ed è presente in Abra Bacon, anche se alla fine la giovane si innamorerà di Cal (cfr. J. Steinbeck, La Valle dell'Eden, cit.).