
-La strada per Los Angeles (The Road to Los Angeles, 1933-1938-1985*), tr. Francesco Durante, Einaudi, 2005.
* 1° stesura: 1933-stesura definitiva: 1938- anno di pubblicazione: 1985.
"In alto, i fili appesantiti del telefono restituivano un rumore, come un ronzio, ogniqualvolta c'era una tregua nel frastuono del traffico. Dall'alveo di un canale fangoso veniva il tanfo penetrante del petrolio, dei rifiuti, di strane barche da carico. Camminavo lungo le strade insieme ad altri. Chiedevamo passaggi agitando il pollice. Accattoni dai pollici come arti di marionette e dai sorrisi pietosi, tutti lì ad implorare le briciole dei motorizzati", pp. 58-59.
"Vennero giorni di nebbia. Le notti erano notti e nient'altro. I giorni non erano differenti l'uno dall'altro, un sole dorato che abbagliava e poi andava a morire...I giorni non si muovevano. Restavano lì come pietre grigie", p. 84.
"Avrei voluto gridare loro di tenere lontano da me quei loro dannatissimi sguardi malinconici da cani bastonati, che stendevano una lastra nera sopra il mio cuore, come un sepolcro, una bara, una piaga, al di fuori della quale marciavano i loro morti in una processione che mi torturava, guidando altri morti dietro di loro come in una parata, l'aspra sofferenza che vivevano attraversava il mio cuore", p. 109.
"Ma dov'era lei, la mia donna di quella limpida sera? Ah, nebbia, conducimi da lei. Ho molto da dimenticare. Rendimi simile a te, acqua che gorgoglia, bruma dell'anima, e portami tra le braccia della donna dal pallido viso", p. 180.