Don Chisciotte della Mancia (El ingegnoso Hildago Don Quijiote de la Mancha, 1605), tr. Letizia Falzone, Garzanti, 2000.
Volume II
"-Fratello mio, veda se ha da darmi qualche incarico, che io me ne vado a casa, perché Dio si è compiaciuto nella sua infinita bontà e misericordia, senza ch'io lo meritassi, di restituirmi la ragione: ormai sono guarito- […] Tutto questo discorso del dottore fu ascoltato da un altro pazzo che stava in un'altra gabbia […] domandò gridando forte chi era colui che se ne andava guarito e rinsavito. Il dottore rispose:
-Sono io, fratello, che me ne vado, poiché non ho più bisogno di stare ancora qui […].
-State attento a quel che dite, dottore, che il diavolo non vi inganni- replicò il pazzo; - fermatevi e restatevene ben tranquillo a casa vostra, e vi risparmierete di tornare- ", p. 468.
"-Che vuole questo vagabondo in questa casa? Andatevene alla vostra, amico, ché siete voi, e non altri, quello che svia a trascina il mio signore e lo porta per quei luoghi fuori mano-.
Al che Sancho rispose:
-Governante del diavolo, chi è trascinato, sviato e portato per quei luoghi fuori mano sono io e non il tuo padrone…", p. 473.
"Intanto don Chisciotte s'era già messo in ginocchio accanto a Sancho e guardava con occhi sbarrati e in gran turbamento quella che Sancho chiamava regina e signora; ma, non ravvisando in lei che una giovane campagnola, e non certo di bell'aspetto, perché aveva la faccia tonda e il naso schiacciato, se ne stava perplesso e stupito, senza osare di schiudere le labbra", p. 521.
"A questo punto del suo canto era arrivato don Chisciotte che il duca, la duchessa, Altisidora, e quasi tutta la gente del castello stavano ascoltando, quando all'improvviso, dall'alto di una galleria che dava a piombo sull'inferriata di don Chisciotte, calarono una corda a cui erano attaccati più di cento campanacci, e subito dopo fecero uscire da un sacco una quantità di gatti che avevano anch'essi legati alle code campanacci più piccoli. Fu così grande il frastuono dei campanacci e il miagolare dei gatti che […] don Chisciotte, preso da paura, ne fu sbigottito", p. 749.

"-Ah- disse allora Sancho Panza, - ma quanti fatti impensati possono accadere a quelli che vivono in questo miserabile mondo! Chi l'avrebbe detto che colui che ieri si vide installato al governo di un'isola e comandava a servi e a sudditi, dovesse oggi vedersi seppellito in una caverna senza che ci sia una persona che ci metta rimedio, né un servo o un suddito che accora in suo aiuto? - ", p. 809.
"- Oh, signore- disse don Antonio, - Dio vi perdoni il torto che avete fatto a tutto il mondo nel voler rinsavire il più divertente pazzo che ci sia! Non vi accorgete, signore, che il vantaggio della saviezza di don Chisciotte non potrà arrivare al punto a cui arriva il piacere ch'egli ci dà con i suoi vaneggiamenti? – ", p. 877.